Il calcolo esatto del costo dell’assunzione di una badante non è solo quello che viene versato ogni mese alla persona, ma comprende anche i contributi INPS che sono in parte a carico della famiglia e in parte a carico della dipendente. Inoltre è bene sapere che i contributi vanno pagati non sullo stipendio, ma sulle ore regolarizzate. Inoltre è necessario computare nel costo anche il calcolo della tredicesima mensilità.
Spesso si pensa che sia più conveniente avere in casa una persona in “nero” perché in questo modo si risparmia. In realtà non è così, se ci si affida a professionisti è possibile non solo regolarizzare la posizione della badante a costi accessibili ma, sopratutto, si evita di esporsi a rischi, anche legali, che possono avere conseguenze economiche molto serie per la famiglia che ospita una badante non in regola. Le vertenze che abbiamo dovuto gestire i questi anni venivano tutte la situazioni non regolarizzate o gestite in modo non corretto da un punto di vista amministrativo. Regolarizzare è la prima cosa ma poi è importante anche scegliere a chi affidare l’amministrazione del rapporto.
Certamente. Non solo è possibile e previsto dalle normative, ma raccomandiamo sempre di farlo per tutelare la famiglia ospitante e la stessa badante, per restare nel perimetro della legalità e godere di contributi e benefici economici.
La malattia della badante è a carico delle famiglia a partire dal 4° giorno di malattia e fino al 15°. Anche in questo caso ci sono procedure apposite che permettono alla famiglia di rispettare i diritti della badante, ma anche di tutelarsi andando alla ricerca di un sostituto se la malattia si protrae.
La badante ha diritto a 26 giorni l’anno di ferie, ma è bene non sottovalutare la gestione di queste giornate. A volte, infatti, non vengono svolte tutte e si accumulano al termine del rapporto di lavoro. In questo caso dovranno essere remunerate integralmente alla fine del rapporto di lavoro. Fatte salve esigenze specifiche è quindi buona prassi che le ferie siano godute gradualmente durante il rapporto di lavoro.
In questi casi, se la badante è stata assunta in regola, è necessario versare il Trattamento di Fine Rapporto oltre alle altre spettanze dovute. È bene saperlo prima dell’assunzione perché in questo modo si evitano sorprese alla fine.
I doveri della badante sono quelli di svolgere al meglio i propri compiti all’interno del contratto di lavoro, quelli di chi la assume di non andare oltre i confini dello stesso contratto. Per questo, la gestione amministrativa del rapporto di lavoro è di fondamentale importanza per la cautela giuridica di entrambe le parti, per non incorrere in sanzioni e porre le basi per un rapporto di fiducia con la badante.
A volte, come in ogni famiglia, si litiga per motivi banali come chi deve fare le pulizie della casa e quando. Nel caso di una badante i compiti non sono sempre facili da individuare: la cosa migliore è parlarsi subito e arrivare a un accordo prima di incrinare i rapporti. In ogni caso, la pulizia e il mantenimento dell’ordine in casa è fondamentale per il benessere stesso della persona debole, e l’assistente familiare convivente dovrebbe farsi carico di questo onere.
Qualche volta parlarsi non è sufficiente. Possono esserci casi più seri per cui si litiga e la convivenza diventa sempre più complicata. In questi casi la soluzione è di rivolgersi a chi è in grado di offrire assistenza, anche da un punto di vista normativo, sulla problematica specifica, ovvero ad uno studio di Consulenza del Lavoro. Per nostra esperienza, teniamo a sottolineare che, nei casi in cui tutto è regolarizzato e messo in chiaro, è difficile che si vengano a creare gravi controversie.
Certamente è possibile gestire tutte le problematiche amministrative da soli. Ma bisogna prestare grande attenzione perché la normativa è complessa. Per esempio ci sono alcuni casi in cui anche l’INPS stesso, per cercare di alleggerire il peso degli adempimenti, induce involontariamente in errore le famiglie: quando per esempio invia i bollettini per i versamenti in cui è assente il contributo alla Cassa Colf! Insomma, non sempre far da soli è vantaggioso, soprattutto se un servizio di assistenza amministrativa è economico e di qualità. Il costo della “tranquillità” è veramente risibile. Informati al nostro studio!
Dall’assistenza alla persona anziana o con disabilità alle attività di sorveglianza, preparazione pasti, spesa e faccende domestiche, all’assistenza nelle attività che la persona non può più svolgere in autonomia, o anche quella di sincerarsi che la persona malata abbia preso regolarmente le medicine, fino alla compagnia e alla sorveglianza notturna. Sono da escludere prestazioni di carattere infermieristico o che possano mettere in pericolo la badante stessa.
È sempre consigliabile mettere per iscritto gli accordi intrapresi e stipulare un contratto di lavoro con specifici dati e clausole come la data dell’inizio del rapporto di lavoro e, se prevista, anche la fine. Il livello di appartenenza e la residenza del lavoratore, la retribuzione concordata, il periodo di ferie prestabilite. Specificare se la badante è convivente o non convivente, e tutti i dettagli che possano far star sereni entrambe le parti del contratto.
Quando si cerca una badante, solitamente, ci si affida al passaparola, si chiede ad amici, conoscenti e parenti, finché non si trova, con tutte le incognite del caso. Ed è difficile poi riuscire a valutare la preparazione della badante senza un’intermediazione qualificata. In altri casi ci si rivolge ad agenzie che forniscono liste di nominativi o presentano direttamente l’assistente familiare al cliente. Oppure ci si rivolge a servizi specializzati forniti da consulenti del lavoro che conoscono bene il mercato in oggetto e le problematiche relative, svolgendo tutto il necessario per sgravare le famiglie da iter burocratici complessi.
È molto difficile valutare le competenze se le badanti non dispongono di attestati o di referenze affidabili, non esistendo peraltro un albo ufficiale di categoria. L’esperienza non basta, a volte, nei casi in cui a soffrire è una persona affetta da Parkinson o Alzheimer. Per questo, è bene cercare di capire, formulando domande specifiche e tecniche, se la candidata è ben consapevole del lavoro che andrà a fare, se dimostra capacità empatiche e se tiene davvero a questo lavoro. Nel caso in cui ci si rivolgesse a dei servizi esterni, questi svolgeranno una selezione ancora più approfondita e scrupolosa, facilitando così i richiedenti.
Nel caso in cui ci si muovesse in autonomia, cercando la badante attraverso il passaparola di amici, conoscenti e familiari, i tempi potrebbero essere lunghi, considerando il fatto che si possa voler vagliare tanti candidati, e senza una ben precisa idea di come farlo correttamente. Se, invece, ci si affida a servizi esterni, si può trovare la badante adatta in non più di 48 ore.
Ogni comune prevede un piano socio-assistenziale per le persone deboli o bisognose. A cambiare sono soltanto le prassi e le procedure di assegnazione di contributi economici, agevolazioni fiscali o assegni di cura. Per questo è bene consultare l’assistente sociale e il Comune di riferimento.
È possibile, per chi assume una badante, detrarre dall’imposta lorda il 19 percento delle spese sostenute per gli addetti all’assistenza della persona non autosufficiente, per un importo massimo di 2.100 € all’anno. Questo spetta alla persona non autosufficiente, fornita di certificazione medica, o ai parenti che sostengono la spese. La detrazione non è possibile se il reddito supera i 40.000 €.
Il compenso per chi esercita assistenza familiare è calcolato ad ore, e non in base al numero degli anziani assistiti. Detto questo, ci si affida al buon senso dei richiedenti che, in ogni caso, non possono chiedere sforzi e mansioni che vadano oltre le capacità fisiche e psichiche dell’assistente familiare.
Si, e devono rispettare la privacy, la dignità e il benessere fisico della badante. E se questa non riesce a godere del vitto e dell’alloggio nel periodo in cui è in ferie, dovrà ricevere un compenso sostitutivo con una indennità giornaliera di circa 5,53€.